Renzi Ddl corruzione, slitta a venerdì CdM

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Il prossimo consiglio dei Ministri che si doveva tenere oggi 11 dicembre alle ore 8,00 per discutere sulle misure da adottare contro la corruzione dilagante nel nostro paese è stato rinviato a venerdì 12 dicembre alle ore 18,00.

I motivi del rinvio sono imputabili ad uno strappo nella maggioranza tra Renzi e il Nuovo  centrodestra contrario al provvedimento di allungare i tempi di prescrizione ritenendo più opportuno diminuire i tempi dei processi.

A rendere noto l’oggetto della discussione del prossimo CdM è stato lo stesso premier Matteo Renzi che, con un video messaggio, ha illustrato quali dovevano essere i provvedimenti che l’esecutivo doveva adottare.

Renzi aveva dichiarato che: “Giovedì mattina alle 8,00 porteremo in Consiglio dei Ministri quattro piccole grandi modifiche al codice penale”.


Ma nel pomeriggio di ieri è arrivata la nota della segreteria della presidenza del consiglio nella quale si annunciava che il CdM previsto per domani alle ore 8,00 è stato rinviato a venerdì 12 dicembre alle ore 18,00.

Il premier, all’indomani dell’inchiesta “Mafia Capitale” che ha spazzato come un uragano molti esponenti politici sia del centrodestra che del centrosinistra, ha ritenuto necessario portare alcune modifiche, riguardanti il reato di corruzione, al codice penale.

Renzi ha illustrato, mediante un video, quali dovevano essere i provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri: “Si alza la pena minima della corruzione, da quattro a sei anni, per cui se hai rubato puoi patteggiare ma un po’ di carcere lo fai”.

Il premier aveva sottolineato che erano quattro le modifiche da apportate al codice penale: “Quando uno che ruba può patteggiare e trovare la carta di uscita gratis di prigione come nel Monopoli, questo è inaccettabile. In Italia su una popolazione carceraria di circa 50 mila persone, in carcere per corruzione con sentenza passata in giudicato sono solo 257. Trovo che sia inaccettabile”.

Il premier aveva dichiarato che era sua intenzione allungare i tempi di prescrizione dei reati inerenti la corruzione.

Inoltre, il premier voleva introdurre la possibilità di rendere “molto più semplice procedere alla confisca dei beni chi ha rubato ed è condannato con sentenza passata in giudicato”.

L’altro provvedimento prevedeva che il colpevole di corruzione “dovrà restituire il maltolto fino all’ultimo centesimo”.

Nella prime ore della mattinata di ieri sono arrivate le prime dichiarazioni da parte di alcuni esponenti del NCD che erano contrari all’allungamento dei termini della prescrizione.

In particolare il parlamentare del NCD Fabrizio Cicchitto aveva rilasciato le seguenti dichiarazioni sulla volontà del premier di allungare i termini della prescrizione: “Non è saggio legiferare sulla base dell’onda emotiva suscitata da fatti gravissimi come sono quelli romani. Allungare i tempi della prescrizione vorrebbe dire mettere in conto già in partenza che la durata inusitata dei processi rimarrà inalterata”.

Subito dopo le affermazioni di Cicchitto ci sono stati numerosi colloqui tra gli esponenti del Pd dell’esecutivo e i dirigenti del NCD.

Alla fine si è deciso di continuare a trattare anche per la giornata di domani per trovare un accordo sulle misure anticorruzione e di rinviare di un giorno il Consiglio dei Ministri.