La segretaria della Cisl replica duramente al leader Cgil: “No all’egemonia, basta con le caricature e gli eroismi perdenti”
Fumarola risponde a Landini: “Chi ci dà lezioni dovrebbe leggersi la legge 76”
Botta e risposta senza sconti tra Daniela Fumarola e Maurizio Landini nel corso del XX Congresso confederale della Cisl. Alla chiusura dei lavori, la segretaria generale del sindacato ha risposto con toni duri all’intervento del leader della Cgil, che aveva lanciato un invito a evitare “caricature reciproche”.
“La caricatura l’ha fatta chi ha tentato di darci improbabili insegnamenti”, ha tuonato Fumarola, che ha rivendicato con forza il primato della Cisl nella contrattazione collettiva: “La contrattazione articolata l’abbiamo inventata noi a Ladispoli negli anni ’50. Sarebbe stato meglio leggere la legge 76, che rafforza la contrattazione e dà più peso alle decisioni aziendali”.
“Basta eroismi inutili, serve responsabilità e pluralismo”
Nel suo discorso, la segretaria Cisl non ha risparmiato affondi: “È un lavoro usurante quello di passare da un’eroica sconfitta all’altra. Noi non accettiamo lezioni nemmeno sui contratti pubblici da chi ha firmato per anni accordi ‘da zero virgola’ senza battere ciglio”, ha detto riferendosi implicitamente alle posizioni della Cgil.
Fumarola ha ribadito il valore “irrinunciabile del pluralismo sindacale”: “La Cisl crede nel pluralismo perché nessuno ha il monopolio della rappresentanza del lavoro. Nessuno può esercitare un’egemonia che esiste solo nella testa di qualche reduce del Novecento”.
Un messaggio diretto, che lascia intendere come la tensione fra le due principali sigle sindacali italiane sia tutt’altro che superata.
“L’unità sindacale non si invoca: si costruisce”
Fumarola ha lanciato un messaggio chiaro anche sul fronte dell’unità: “Non si può parlare ogni giorno di fronte comune e poi rifiutare il dialogo sociale e il patto per il Paese. Non si può predicare l’autonomia del sindacato e poi invocare ogni volta una legge dello Stato che sostituisca la contrattazione”, ha affermato, criticando l’atteggiamento ritenuto incoerente della controparte.
Poi il monito: “Per affrontare le sfide che abbiamo davanti serve un nuovo patto sociale. Tante associazioni datoriali condividono questa necessità. Tocca a noi costruirlo, con responsabilità e senza arroganza”.