Standing ovation al Festival del Fatto Quotidiano per il leader M5S: critica alle alleanze forzate, attacchi a Meloni su odio, media e politica estera.
“Con il Pd non siamo alleati”
Accolto da applausi e standing ovation al Festival del Fatto Quotidiano, al Circo Massimo, Giuseppe Conte ha subito chiarito la posizione del Movimento 5 Stelle rispetto al Partito Democratico. “Con il Partito Democratico non siamo alleati, stiamo creando un progetto politico per mandare a casa Meloni. Non abbiamo dichiarato a priori di essere alleati”, ha detto davanti a oltre cinquecento persone, tra cui Marco Travaglio. Un messaggio che ribadisce l’autonomia del Movimento: “Non ci possiamo dichiarare alleati, noi siamo una forza diversa, con una storia diversa dalla Quercia coi cespugli intorno”.
Regionali e programma condiviso
Sul tema delle elezioni regionali, Conte ha spiegato il metodo scelto dal Movimento: “Abbiamo lavorato regione per regione per costruire un progetto: con fatica, volta per volta, abbiamo verificato se le nostre priorità venivano considerate e se si trovava un candidato competitivo. Quando non si raggiunge questo risultato, non partecipiamo”. Un approccio che, secondo l’ex premier, segna la distanza dalle intese di facciata: “Non basta solo vincere o costruire un accordo per andare a Palazzo Chigi: rischieremmo la fine dell’Unione e di Prodi, con uno scioglimento immediato”.
Attacchi a Meloni, media e politica estera
Conte non ha risparmiato critiche alla premier Giorgia Meloni, accusata di strumentalizzare l’omicidio di Charlie Kirk: “Noi non fomentiamo nessun odio, siamo contro ogni violenza, contro l’omicidio, contro l’aggressione. Governate, se siete capaci. Se non siete capaci, fatevi da parte”.
Durissimo anche l’affondo sui media: “La situazione oggi è persino peggiore rispetto ai tempi di Berlusconi. Lui aveva un conflitto di interessi così plateale che generò un muro di contrasto. Oggi il controllo è più subdolo e più pesante”.
Sul piano internazionale, l’ex premier ha attaccato la linea del governo su Gaza: “L’Occidente è in tilt, afono e scomposto, non più credibile quando offre copertura a Netanyahu mentre assistiamo a un genocidio. A Gaza si sta scrivendo una pagina così vergognosa che rimarrà nei libri di storia”.
Infine, sulla legge elettorale, un avvertimento diretto a Meloni: “La legge elettorale va fatta in Parlamento, non nelle segrete stanze. Aprite una discussione pubblica, non ricostruzioni sottobanco. Cambiate quello che volete, ma a casa vi manderemo”.