Cortei solo per chi paga, Salvini sotto accusa: “Colpo ai diritti”

Dopo le manifestazioni del 22 settembre, Matteo Salvini propone una cauzione preventiva per chi organizza cortei, ma giuristi avvertono: sarebbe incostituzionale e discriminatoria.

La proposta di Salvini e i limiti costituzionali

Dopo le proteste del 22 settembre in oltre 80 piazze italiane contro il genocidio a Gaza, alcune sfociate in blocchi e tensioni con la polizia, il vicepremier Matteo Salvini ha lanciato un’idea destinata a far discutere: imporre una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni pubbliche. L’obiettivo dichiarato è garantire ordine e sicurezza, facendo in modo che “chi provoca danni paghi di tasca propria”. Ma la proposta si scontra con un ostacolo evidente: l’articolo 17 della Costituzione italiana. Questo sancisce che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi, prevedendo solo l’obbligo di preavviso alla Questura. Nessuna norma contempla il pagamento di una cauzione, che trasformerebbe un diritto fondamentale in un privilegio riservato a chi può permetterselo.

Il rischio di una discriminazione economica

A chiarire i profili critici è Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto Costituzionale: “La libertà di riunione e di manifestazione del pensiero sono libertà fondamentali. Possono essere limitate solo da comprovati motivi di sicurezza. La cauzione preventiva, invece, rischia di diventare un discrimine economico, che renderebbe difficile manifestare per movimenti spontanei e associazioni meno strutturate”. In altre parole, una barriera economica che ridurrebbe l’accesso a un diritto universale, introducendo una distinzione tra chi può anticipare denaro e chi no. Secondo il costituzionalista, il contemperamento dei diritti deve seguire un principio di proporzionalità, senza sfociare in misure che limitano la libertà di espressione.

Responsabilità già previste dall’ordinamento

Il professore ricorda inoltre che il nostro sistema giuridico prevede già strumenti per punire chi commette reati durante le manifestazioni. “È giusto che chi crea danni paghi, ma la responsabilità penale e civile è individuale e già sancita dalle leggi. La difficoltà è l’esigibilità dei risarcimenti, non l’assenza di norme”. Le persone che danneggiano beni o aggrediscono durante i cortei sono già perseguibili con condanne, multe e obblighi di risarcimento. La cauzione preventiva, sottolineano i giuristi, non aggiungerebbe nuove garanzie, ma rischierebbe di ostacolare l’esercizio di un diritto democratico.

Nessun precedente in Europa

Un altro elemento di rilievo riguarda il confronto internazionale. Nessun Paese europeo prevede una cauzione preventiva per autorizzare cortei. In alcuni casi, come in Belgio o Slovenia, gli organizzatori possono essere chiamati a coprire le spese delle forze dell’ordine dopo l’evento, ma non esiste l’obbligo di anticipare denaro. La proposta di Salvini risulterebbe quindi in netta controtendenza rispetto agli standard democratici europei e alle raccomandazioni internazionali, che invitano a non ostacolare l’esercizio delle libertà civili. Per questo, molti esperti la considerano non solo incompatibile con la Carta italiana, ma anche potenzialmente pericolosa sul piano dei diritti.

Lascia un commento