Feltri ribalta il caso Cecchi Paone, “Una frase ingenua diventa reato, la violenza no”

Vittorio Feltri difende la conduttrice accusata di omofobia per la domanda su come riconoscere un gay e attacca il conformismo del politicamente corretto.

La difesa di Feltri alla conduttrice

Le parole di Vittorio Feltri hanno acceso un nuovo dibattito sul politicamente corretto. Il giornalista ha preso le difese della conduttrice finita nel mirino per aver domandato a Alessandro Cecchi Paone: «Come si riconosce un gay?». Secondo Feltri, quella domanda non conteneva alcuna offesa né discriminazione, ma soltanto «un atto di curiosità». A suo avviso, «non serve essere Freud per notare che ci sono omosessuali effeminati e altri che invece ostentano virilità», sottolineando che la questione, posta in modo ingenuo, riflette dubbi che molti si pongono nella vita di tutti i giorni.

Il conformismo del politicamente corretto

Feltri attacca quella che definisce la “gogna del politicamente corretto”. Per lui viviamo in un’epoca in cui «una frase innocente viene trattata come un insulto», mentre al contrario «si normalizzano atti di violenza quando arrivano dalla parte giusta». Nell’editoriale, il fondatore di Libero cita i cortei filo-palestinesi, le devastazioni in piazza, l’immigrazione clandestina e i giudici che considerano attenuante la cocaina come esempi di una società che avrebbe perso ogni bussola. «Questa è la nuova normalità: il rovesciamento della logica», ha scritto.

La vera normalità secondo Feltri

Il concetto di normalità, spiega Feltri, è relativo e mutevole. Un tempo era normale che le donne non votassero, oggi sarebbe inaccettabile. Per questo motivo, sostiene, «la normalità non va cercata a letto, ma nella vita pubblica». Feltri ribadisce che non è affar suo stabilire cosa accade nella sfera privata delle persone, ma che «la normalità è pagare le tasse, rispettare le leggi, non sfasciare le città e non insultare le forze dell’ordine». In sostanza, per il giornalista, il vero problema non è l’omosessualità, ma il conformismo che impone di dichiararsi progressisti a ogni occasione.

Lascia un commento