Tajani: «Italia disponibile a militari in Palestina, Carabinieri già in Cisgiordania”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani rilancia sul ruolo dell’Italia: «Pronti a contribuire alla ricostruzione della Palestina, italiani rispettati e ascoltati in Medio Oriente».

La posizione dell’Italia sul conflitto in Medio Oriente

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilizzazione della regione. «Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo, ma la pace a Gaza è più vicina», ha affermato, sottolineando la collaborazione con Turchia, Qatar ed Egitto per convincere definitivamente Hamas a un accordo, e il ruolo degli Stati Uniti nell’influenzare le scelte di Israele.
«Siamo pronti a partecipare a un processo politico post-guerra per la ricostruzione e riunificazione della Palestina, con la possibilità di schierare eventualmente nostri militari», ha aggiunto. «I Carabinieri sono già in Cisgiordania, gli italiani sono ben visti e questo potrebbe essere utile».
Alla vigilia dell’anniversario del 7 ottobre, il ministro ha ribadito la necessità di una svolta: «Questa guerra deve finire».

Le polemiche interne e le critiche alla piazza

Nel colloquio, Tajani ha risposto anche alle contestazioni arrivate dalle manifestazioni italiane sul conflitto in Medio Oriente. «Sono a posto con la coscienza. Quali sarebbero le colpe del governo? Abbiamo detto sì alle sanzioni per i coloni e per alcuni ministri», ha replicato.
Il titolare della Farnesina ha ricordato alcuni episodi di protesta: «Sin dall’inizio ci hanno dipinti a testa in giù e si sono visti anche striscioni che inneggiavano al 7 ottobre. Sono cattivi maestri. Se qualcuno lo grida in Parlamento, poi lo fa anche la piazza».
Il ministro ha quindi invitato a un linguaggio politico più responsabile: «A me interessa che mi ringrazi il palestinese, più che il manifestante di sinistra. Serve anche un linguaggio diverso da parte delle opposizioni. Si può incitare a sfasciare le vetrine per la rabbia popolare, come ha fatto in Aula Ricciardi innanzi a Conte? Si può scrivere ‘fascista di m…’ sulla statua di Wojtyla?».

Il caso Flotilla e l’intervento della Farnesina

Infine, Tajani ha affrontato il caso della cosiddetta Flotilla, che aveva visto il coinvolgimento di connazionali nelle acque del conflitto. «Siamo intervenuti continuamente, con forza, perché i nostri connazionali non fossero trattati come terroristi e li stiamo facendo tornare tutti in Italia», ha spiegato.
Secondo il ministro, la missione era «legittima, ma politica». Ha precisato che la Farnesina aveva già avvertito i partecipanti dei rischi presenti nella zona di guerra, fornendo assistenza tramite l’Unità di crisi. «Non potevamo avvicinarci di più con la Marina e rischiare un conflitto militare con Israele», ha concluso Tajani.

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