Alla Leopolda Matteo Renzi lancia la sindaca di Genova Silvia Salis come nuovo volto progressista. Ovazione in sala, nel mirino la leadership di Elly Schlein.
La mossa di Renzi e l’ovazione per Silvia Salis
Alla Leopolda, storica kermesse politica fiorentina di Matteo Renzi, il leader di Italia Viva ha mostrato il suo asso nella manica: la sindaca di Genova, Silvia Salis. Bella, carismatica e con un discorso dal respiro nazionale, la prima cittadina è stata accolta con una vera e propria ovazione.
Nonostante le smentite di rito, Renzi punta su di lei per aprire una nuova fase nel centrosinistra, ridimensionare la segretaria del Pd Elly Schlein, frenare l’ascesa di Giuseppe Conte e riportare al centro una coalizione che oggi pende a sinistra.
“L’unione è la forza. È stata la forza del nostro progetto a Genova e l’unione è la forza della classe dirigente del campo progressista che la destra non ha”, ha affermato Salis, con toni da leader navigata.
Il “Ministero del futuro” e la sfida all’IA
Sul palco, Silvia Salis ha lanciato la sua proposta simbolo: un Ministero del futuro che si occupi in modo trasversale delle grandi trasformazioni – dall’energia alla transizione ecologica, dalla tutela dell’industria all’impatto dell’intelligenza artificiale.
“La politica è malata di tagli di nastri. Governare non significa gratificare gli elettori di oggi, ma quelli di domani”, ha dichiarato.
Sul tema dell’IA, la sindaca ha ammonito: “È la sfida più potente che abbiamo di fronte. Cambia mentre ne parliamo. Chi resiste al progresso viene spazzato via dalla storia”.
Strategia per scalare il centrosinistra
Senza mai citare direttamente Elly Schlein, Salis ha indicato la strada: aggregare, unire le varie anime del centrosinistra e parlare da leader riformista. Una traiettoria che sembra disegnata per candidarsi in futuro a sfidare la premier Giorgia Meloni.
La seconda giornata della Leopolda ha visto anche gli interventi del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, di Napoli Gaetano Manfredi e del presidente Pd Stefano Bonaccini. Molto applauditi i contributi del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha invitato Renzi a togliersi il “giubbotto di guerra” per tornare statista, e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha rivendicato i risultati ottenuti con il decreto Caivano nella lotta alla dispersione scolastica.