Un 35enne in stato di agitazione è morto a Napoli dopo essere stato fermato con il taser dai carabinieri. Aperta un’indagine, Magi (+Europa) attacca Piantedosi.
La dinamica a Chiaia
La tragedia è avvenuta nel quartiere Chiaia a Napoli. I carabinieri erano intervenuti per una presunta lite familiare e, una volta arrivati, hanno sentito urla e rumori di oggetti rotti provenire da un appartamento. All’interno c’erano un uomo di 35 anni, una donna e una bambina.
Secondo le prime ricostruzioni, il 35enne era nudo, in stato confusionale e con atteggiamenti violenti. Dopo un primo tentativo con lo spray urticante, i militari hanno usato il taser per immobilizzarlo. Subito dopo è stata chiamata un’ambulanza, ma l’uomo è morto durante il trasporto in ospedale.
Gli inquirenti hanno precisato che l’arma a impulsi elettrici sarebbe stata utilizzata nel rispetto delle procedure, che prevedono l’avvertimento verbale e scariche a vuoto prima del colpo effettivo.
Le reazioni politiche
La vicenda ha acceso la polemica sull’utilizzo del taser da parte delle forze dell’ordine. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha parlato di “ennesima morte” e ha chiesto la sospensione immediata dell’arma: “Un’altra imprescindibile morte causata dall’imprescindibile taser di Piantedosi. È praticamente una strage. Il ministro dovrebbe fermarsi e sospenderne l’uso”.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, già ad agosto, aveva difeso lo strumento definendolo “imprescindibile per evitare l’utilizzo di armi da fuoco”, ricordando che può essere usato soltanto in presenza di soggetti violenti e aggressivi.
I precedenti recenti
Negli ultimi mesi non sono mancati episodi simili. Il 15 settembre a Reggio Emilia un 41enne è morto dopo essere stato colpito dal taser, con l’apertura di un’inchiesta. Il 19 agosto a Genova è deceduto il 41enne Elton Bani, dopo quattro scariche consecutive: in questo caso l’accusa è di omicidio colposo. Pochi giorni prima, a Olbia, un 57enne era morto in ambulanza dopo essere stato colpito dal taser dai carabinieri che aveva aggredito. In quell’occasione, l’autopsia ha escluso una correlazione diretta.