Lo sposo è uno spacciatore e i regali di nozze non convincono gli inquirenti, indagati 18 invitati

Alla festa di nozze di Pasquale Iadicicco spuntarono 10mila euro nascosti. Ora gli invitati che portarono le buste sono finiti sotto accusa.

Il blitz e i soldi trovati in casa

Era il 2018 quando Pasquale Iadicicco, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati alla droga, celebrò il suo matrimonio a Palestrina con una grande festa tra pranzo, brindisi e le immancabili buste con denaro consegnate dagli invitati. Pochi giorni dopo, nella casa dei novelli sposi, la polizia scoprì una quantità di droga e circa 10mila euro in contanti nascosti dietro un’intercapedine. Alla richiesta di spiegazioni, lo sposo si difese sostenendo che quei soldi erano semplicemente i regali ricevuti durante il ricevimento nuziale. Un dettaglio che non convinse gli investigatori, soprattutto per la scelta di occultare il denaro in un nascondiglio.

Le testimonianze degli invitati

Il processo che ne è seguito si è trasformato in una vicenda clamorosa. Davanti ai giudici, Iadicicco ha portato ben 18 persone che avevano partecipato al matrimonio, ognuna delle quali ha confermato di aver consegnato la classica busta di denaro agli sposi. Le deposizioni sono state accompagnate da inviti, biglietti e fotografie della cerimonia, presentati come prova della genuinità dei regali. Tuttavia, la sostituta procuratrice Silvia Sereni non si è lasciata convincere, ritenendo che si trattasse di un tentativo organizzato per giustificare soldi provenienti in realtà dallo spaccio di droga.

Il rinvio a giudizio per favoreggiamento

Le indagini hanno poi fatto emergere un dettaglio cruciale: due persone, con una dichiarazione scritta a mano, avevano attestato falsamente di aver regalato 1.500 euro ciascuno in qualità di testimoni di nozze. Un documento che, secondo gli inquirenti, avrebbe confermato il tentativo di costruire una falsa copertura per le somme ritrovate. Per questo motivo tutti e 18 gli invitati che si erano prestati a testimoniare sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di favoreggiamento. Gli imputati respingono le accuse e ribadiscono la loro versione: «Eravamo solo invitati».

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