La tregua è entrata in vigore, ma da Khan Younis arrivano racconti di raid aerei, carri armati nelle strade e decine di vittime.
Testimonianze da Khan Younis sotto le bombe
«I bombardamenti non si sono fermati. C’è un sacco di gente che cerca di tornare a casa, ma per strada ci sono ancora carri armati. La situazione è grave». È la voce di Sami Abu Omar, che da Khan Younis ha descritto a poche ore dall’entrata in vigore del cessate il fuoco la realtà della Striscia di Gaza. Le sue parole sono state raccolte nel podcast di Valerio Nicolosi, che ha dedicato la puntata di oggi a quanto sta accadendo dopo l’accordo approvato nella notte da Israele e Hamas.
Secondo il racconto, la tregua non ha portato la fine delle operazioni militari. Raid aerei e colpi di artiglieria hanno colpito diversi obiettivi, mentre interi quartieri restano sotto assedio. «Stanotte hanno colpito un palazzo a Gaza City, ci sono più di 40 morti, tutti appartenenti alle stesse famiglie», ha aggiunto Sami Abu Omar, spiegando che anche a Khan Younis si sentono ancora esplosioni mentre la popolazione prova a rientrare nelle proprie abitazioni.
Accordo e prime fasi del piano
La tregua è parte della prima fase dell’intesa raggiunta tra le due parti e ratificata dal governo israeliano. L’accordo prevede la liberazione, entro lunedì o martedì, di 20 ostaggi israeliani ancora in vita in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi. Non è incluso nella lista Marwan Barghouti, figura storica della politica palestinese.
Parallelamente, l’Idf ha iniziato a ritirare le truppe verso la cosiddetta “Linea Gialla”, la zona segnalata sulle mappe del piano, con un termine massimo di 24 ore dall’avvio della tregua. Tuttavia, mentre sul piano diplomatico si annunciano passi avanti, le testimonianze dal terreno mostrano un contesto ancora segnato da scontri e bombardamenti.
Secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Wafa, ci sono stati attacchi aerei a Khan Younis e colpi di elicottero a Gaza City, mentre Al Jazeera ha parlato di nuove offensive nell’area orientale della Striscia. I racconti coincidono con quanto denunciato da diversi residenti, che riportano l’uso di artiglieria pesante contro edifici civili.
Situazione critica e prospettive incerte
«La situazione è gravissima perché sparano alla gente», ha denunciato ancora Sami Abu Omar, segnalando la presenza di droni che, secondo le informazioni raccolte, continueranno a sorvolare la zona per altri tre giorni. Sarebbe un margine concesso ai miliziani di Hamas per cercare i corpi delle vittime sotto le macerie.
Intanto migliaia di persone stanno tentando di rientrare nelle proprie case, ma in molte aree, soprattutto nella parte orientale di Khan Younis, il ritorno è impossibile per la presenza dei carri armati israeliani. Le immagini che arrivano dalla Striscia mostrano palazzi distrutti e strade invase dalle macerie.
Il quadro resta drammatico e le prospettive di stabilità appaiono lontane, nonostante l’accordo che sulla carta avrebbe dovuto segnare un primo passo verso la riduzione delle ostilità.