Triplice infanticidio, Feltri sconvolge l’Italia: “Mostri? Forse lo siamo un po’ tutti”

Le parole di Vittorio Feltri sul triplice infanticidio scuotono il Paese: un atto di dolore e accusa contro l’indifferenza che avvolge la nostra società.

Il dramma che fa tremare Pellaro

Vittorio Feltri ha commentato con parole dure e toccanti la tragedia di Pellaro, dove un triplice infanticidio ha sconvolto la città e riaperto ferite mai rimarginate. “Hai ragione a essere sconvolta. Lo sono anch’io. Lo ero già dinanzi al caso di Chiara Petrolini, e lo sono ancor di più leggendo ora del triplice infanticidio che tocca la tua città”, scrive il giornalista, ricordando l’orrore già vissuto con la vicenda di Viterbo. Feltri parla di un’Italia cieca e anestetizzata, incapace di vedere, di ascoltare, di intervenire. “Ciò che colpisce e disorienta non è soltanto l’orrore dell’atto in sé, ma l’inquietante invisibilità di tutto ciò che gli ruota attorno”, afferma. Parole che scavano nel profondo e chiamano in causa tutti, perché — come dice — “neonati che scompaiono e nessuno si domanda: dove sono?”.

Feltri, Il grido contro l’indifferenza

Feltri non risparmia nessuno, né famiglie, né medici, né vicini. Parla di una società che “ha trasformato l’io in un bunker”, dove “nessuno vede l’altro, nessuno sente l’altro, nessuno si accorge se qualcuno genera o uccide”. L’editorialista attacca un Paese che preferisce parlare di “mostri”, piuttosto che affrontare la propria parte di responsabilità. “È più rassicurante credere che certe cose siano opera di orchi rari, piuttosto che accettare l’idea che ci sia qualcosa di profondamente rotto nel nostro vivere quotidiano”, scrive Feltri, in un passaggio che ha scosso migliaia di lettori. Le sue parole sono una riflessione amara ma necessaria: l’indifferenza, dice, è il vero male del nostro tempo.

“I bambini uccisi sono affar nostro”

Nel finale della sua riflessione, Feltri tocca il punto più doloroso: la responsabilità collettiva. “Siamo affetti da un morbo subdolo: quello dell’indifferenza, del ‘non è affar mio’”, denuncia. Poi aggiunge una frase che è già diventata virale: “I bambini uccisi, che siano uno, due o tre, sono affar nostro. Eccome. Lo devono essere. Perché rappresentano il fallimento ultimo di un’intera civiltà.” Parole che chiudono con un richiamo alla coscienza: “A chi ha ancora occhi per vedere, e voce per dire, il compito di non tacere. A te va il mio rispetto.” Una riflessione lucida, feroce e umanissima, che costringe tutti a guardarsi dentro.

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