Nella nuova puntata della rubrica atlantica di Eleonora Tomassi, Marco Rizzo analizza senza filtri il clima d’odio, la politica e le ombre del passato che tornano a pesare sull’Italia.
Rizzo e il ritorno del clima d’odio
Marco Rizzo, volto storico della sinistra italiana e voce fuori dal coro, è il protagonista della nuova puntata di Come States?, la rubrica condotta da Eleonora Tomassi su Il Tempo. Il politico affronta temi che dividono l’opinione pubblica: la violenza verbale crescente, le tensioni sociali e la sensazione di un Paese che sembra ripiombare in un clima da anni di piombo. “C’è un esasperato bisogno di nemici, di contrapposizione. Si vive di slogan, non di idee”, osserva Rizzo, denunciando una deriva che rischia di minare la tenuta democratica. La sua analisi è un atto d’accusa contro il sistema politico, incapace di disinnescare l’odio che dilaga nei social e nelle piazze.
Missioni per Gaza e piazze in fermento
Durante l’intervista, Rizzo affronta anche il tema delle recenti missioni per Gaza, interrogandosi sul loro reale scopo. “Sono operazioni umanitarie, politiche o mediatiche?”, chiede provocatoriamente, puntando il dito contro un certo moralismo di facciata. La discussione si allarga poi alle manifestazioni di piazza, che secondo lui nascono come movimenti pacifisti ma spesso finiscono per diventare strumenti di protesta antigovernativa. Un’analisi che Eleonora Tomassi accompagna con domande serrate, delineando un quadro dove la solidarietà rischia di trasformarsi in bandiera ideologica, e dove la politica sembra più concentrata sull’immagine che sulla sostanza.
Salis, campo largo e la crisi francese
Ampio spazio anche al caso Ilaria Salis, simbolo di una battaglia giudiziaria che divide. Rizzo riflette sui doppi standard della politica e sulle richieste di immunità parlamentare che, a suo dire, “alimentano la percezione di un’ingiustizia selettiva”. Nel frattempo, il “campo largo” continua a mostrare crepe profonde: mancano visione e leadership, e le alleanze sembrano più di facciata che di sostanza. Sul fronte internazionale, l’episodio tocca anche la crisi dell’Eliseo: il ministro Sebastien Lecornu “mazziato” e un premier