Secondo Kiev, lo stabilimento produce polvere da sparo e carburante per missili. L’attacco condotto con missili Storm Shadow avrebbe violato la difesa aerea russa.
Il raid su Bryansk: centrato impianto chiave dell’industria militare russa
Un’operazione militare su larga scala ha colpito nelle ultime 24 ore il cuore dell’apparato industriale russo. L’esercito ucraino ha lanciato un attacco combinato di droni, aerei e missili contro la città di Bryansk, situata a sud-ovest di Mosca, riuscendo — secondo Kiev — a infliggere «danni massicci» a un impianto chimico ritenuto fondamentale per la produzione di armamenti.
La struttura, indicata dalle autorità ucraine come uno dei principali centri per la realizzazione di polvere da sparo, esplosivi e carburante per missili, rappresenta un nodo strategico nell’economia militare russa. Il raid, rivendicato da Kiev, avrebbe utilizzato anche i missili da crociera Storm Shadow, forniti dal Regno Unito, capaci di colpire obiettivi fino a 250 chilometri di distanza.
Questi ordigni, dotati di guida satellitare, vengono lanciati da aerei e scendono in picchiata a velocità elevata per eludere i radar. Secondo fonti ucraine, l’attacco è riuscito a superare le difese antiaeree russe e a centrare con precisione la zona produttiva dello stabilimento.
Reazioni e contesto internazionale dell’operazione
L’attacco a Bryansk è avvenuto nello stesso giorno in cui il premier britannico Keir Starmer e diversi leader europei hanno ribadito l’impegno a «rafforzare la pressione sull’economia russa e sulla sua industria della difesa». Una coincidenza che sottolinea, secondo gli analisti, la crescente cooperazione strategica tra l’Ucraina e i Paesi occidentali.
Il raid rappresenta inoltre un nuovo segnale della capacità di Kiev di colpire in profondità in territorio russo, superando le barriere di protezione finora considerate impenetrabili. Per la Russia, l’attacco all’impianto di Bryansk segna un duro colpo simbolico e operativo: la produzione di propellenti e munizioni è infatti essenziale per sostenere le operazioni militari al fronte.
Mosca, per ora, non ha commentato ufficialmente l’accaduto, ma fonti governative citate da agenzie locali parlano di «danni limitati» e nessuna vittima civile. Tuttavia, immagini satellitari e video diffusi online mostrerebbero vaste colonne di fumo provenire dall’area industriale.
Raid russi su Kiev: morti e blackout nella capitale
Mentre Kiev celebra il successo dell’operazione su suolo russo, il Paese continua a subire pesanti attacchi. Nella notte, nuovi raid missilistici russi hanno colpito la regione della capitale, provocando sei morti, tra cui due bambini, e causando estesi blackout. «Un’altra notte che dimostra che la Russia non sente abbastanza pressione e prolunga la guerra», ha scritto il presidente Volodymyr Zelensky sui social.
Secondo le autorità locali, oltre alla capitale sono state bombardate anche le regioni di Zaporizhzhia, Odessa, Chernihiv, Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Poltava, Vinnytsia, Cherkasy e Sumy, con danni significativi alle infrastrutture energetiche e a diversi edifici residenziali.
La guerra prosegue dunque su entrambi i fronti, con Kiev che intensifica le operazioni offensive in territorio russo e Mosca che risponde colpendo le città ucraine. In questo scenario sempre più teso, l’Europa si trova a fare i conti con un conflitto che, a quasi tre anni dall’invasione, mostra ancora un’escalation senza fine.