Un operaio di 66 anni è deceduto dopo essere rimasto ore sotto le macerie del crollo della Torre dei Conti; in corso una verifica tecnica sulle cause.
Dinamica e soccorsi in emergenza
Nel cuore di Roma, nei pressi dei Fori Imperiali, la Torre dei Conti ha subito in mattinata due cedimenti distinti durante i lavori di ristrutturazione, con il primo alle 11:20 e il secondo attorno alle 12:50. Tra le impalcature di sostegno, l’operaio romeno 66-enne Octay Stroici è rimasto intrappolato per oltre dieci ore sotto cumuli di ferro e cemento. Il recupero dei soccorritori è stato reso particolarmente complesso dal nuovo crollo intervenuto durante le operazioni di salvataggio.
Arrivato in ospedale in arresto cardiocircolatorio, dopo intensi tentativi di rianimazione il decesso è stato constatato poco dopo la mezzanotte. Il trattamento sanitario non ha potuto contrastare le condizioni gravi in cui era giunto. Le cause del cedimento e le modalità dei soccorsi sono ora al vaglio della magistratura.
Ipotesi tecniche e responsabilità in indagine
Le prime analisi puntano a un potenziale “scollegamento” del solaio interno, ovvero alla rimozione o manomissione delle puntellature che sostenevano il soffitto durante l’intervento, considerata prima causa del cedimento. Una delle ditte incaricate era al lavoro per adeguare la struttura, integrando passaggi verticali interni, quando è avvenuto il crollo.
La zona del cantiere era inclusa in un progetto di restauro da quasi 7 milioni di euro, con lavori che avevano registrato ritardi e segnalazioni di deterioramento strutturale, infiltrazioni d’acqua, vegetazione infestante nelle murature e controsoffitti già crollati. La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per lesioni colpose e disastro colposo; data la morte dell’operaio, l’ipotesi di cambio quadro a omicidio colposo è sul tavolo investigativo.
Un cantiere che solleva allarme e interrogativi
Nonostante la zona fosse transennata e il traffico pedonale e veicolare sospeso dopo il primo cedimento, il secondo crollo ha colto di sorpresa anche i soccorritori, ingrandendo il pericolo e rallentando le operazioni. Erano almeno quattro gli operai coinvolti nel disastro, con uno rimasto seriamente ferito e altri con traumi lievi. Le indagini dovranno chiarire se la rimozione delle strutture provvisorie, la verifica statica del solaio e il coordinamento dei lavori fossero conformi alle normative vigenti in materia di sicurezza nei cantieri.
Il patrimonio storico-architettonico della torre, costruita nel XIII secolo e da tempo in fase di riqualificazione, si scontra con la realtà dei lavori in zona centrale strategica, sollevando interrogativi sulla gestione del rischio su edifici monumentali in fase di restauro.
L’inchiesta è aperta e farà luce sul ruolo delle ditte coinvolte, sulla supervisione istituzionale e sull’applicazione delle norme sulla tutela dei lavoratori in ambienti ad alto rischio.