Il conduttore di Report interviene da Bianca Berlinguer dopo le polemiche sull’esplosivo trovato sotto casa e ribadisce di non aver mai attribuito alla politica la matrice dell’episodio. Con lui in studio anche Enzo Iacchetti.
Ranucci rompe il silenzio televisivo fuori dalla Rai
L’apparizione di Sigfrido Ranucci nella trasmissione di Bianca Berlinguer segna un passaggio rilevante per il giornalista, volto storico della Rai e di Report. È la sua prima ospitata su una rete Mediaset in un momento segnato dalle tensioni legate all’esplosivo ritrovato sotto la sua abitazione e dalle controversie con l’Autorità garante per la Privacy. L’intervento arriva a poche ore dalla sua audizione davanti alla Commissione Antimafia, nella quale aveva già chiarito la propria posizione sulla vicenda. In studio la conduttrice lo presenta come uno dei nomi più discussi delle ultime settimane, al centro di un dibattito che ha coinvolto politica, stampa e opinione pubblica.
Le dichiarazioni sul presunto attentato e il rifiuto della lettura politica
Ranucci interviene per respingere ogni interpretazione complottista o partitica legata all’episodio dell’esplosivo: “Non ho mai pensato, né detto, che si trattasse di un attentato politico”, ribadisce. Spiega di aver evitato qualsiasi strumentalizzazione fin dal primo momento e sottolinea che l’inchiesta è affidata alle autorità competenti, senza alcuna interferenza. Aggiunge di aver già chiarito pubblicamente la propria posizione e di volerlo ribadire ancora una volta per “chiudere un equivoco costruito da altri”. Le sue parole arrivano dopo settimane di commenti e sospetti alimentati da schieramenti contrapposti, mentre i rapporti tra il giornalista e parte dei vertici Rai restano tesi.
Il commento di Iacchetti e il tema di Gaza
Nello stesso blocco televisivo interviene anche Enzo Iacchetti, ormai presenza frequente nella trasmissione. Il comico si concentra sulla situazione di Gaza e della Cisgiordania, criticando duramente il governo israeliano per il trattamento riservato ai palestinesi. Riprende così un tema che lo aveva già visto scontrarsi in diretta con Eyal Mizrahi, episodio diventato virale. Iacchetti denuncia “torture e metodi disumani” attribuiti ai soldati israeliani, rivendicando il dovere morale di continuare a parlarne nonostante le reazioni negative sui social. La sua presenza contribuisce a rafforzare il tono politico della puntata, che unisce due figure mediaticamente esposte per ragioni diverse.
Una presenza televisiva che pesa anche sul piano politico
Il ritorno in video di Sigfrido Ranucci lontano dalla Rai ha fatto discutere anche nei palazzi della politica. Secondo ricostruzioni diffuse nei giorni scorsi, la presenza del giornalista su una rete della famiglia Berlusconi non sarebbe stata accolta con favore da esponenti di Governo, in un momento in cui i rapporti tra Ranucci e i vertici di Viale Mazzini sono già oggetto di frizioni. L’ospitata, oltre ad avere un valore televisivo, rappresenta così un segnale evidente di apertura da parte del gruppo Mediaset verso un volto considerato distante dal proprio asset editoriale. Ranucci, da parte sua, non entra nel merito del dibattito politico e mantiene il focus sulla necessità di “lasciare lavorare la magistratura e non trasformare un fatto grave in un campo di battaglia mediatica”.