Saranno svelati i segreti dei Papiri di Ercolano

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Tanti sono stati gli studiosi che hanno cercato di comprendere cosa c’è scritto nei papiri di Ercolano ma l’impresa è titanica visto il numero elevatissimo di prove che bisogna compiere prima di decifrarne uno.

Ci vogliono anni di studi per poter riuscire nell’impresa di comprendere quale sia il messaggio che un singolo papiro di Ercolano possa contenere.

Da una recente stima sono ancora 450 i papiri di Ercolano che devono essere interpretati e, con il metodo tradizionale, ci vorrebbero parecchi anni prima di  farlo.

Per cercare di  comprendere il messaggio di ogni papiro di Ercolano fino a poco tempo fa c’era bisogno della presenza di diverse figure: dal medico al fisico  con l’aiuto di uno studioso di filologia.


Per riuscire ad interpretare un papiro, dunque, ci voleva la partecipazione di più esperti con un costo complessivo finale comprensibilmente, molto elevato.

Ma sembra che, invece, da ora in poi i segreti dei papiri di Ercolano possano essere tradotti molto più facilmente.

Un team di ricercatori dell’Università di Federico II di Napoli diretto dal professor Vito Mocella ha sperimentato la tomografia a raggi X sui papiri di Ercolano.

L’esperimento svolto dal gruppo di ricercatori napoletani ha avuto il successo sperato.

I papiri di Ercolano risalenti prima al 79 d.c., anno in cui avvenne la terribile eruzione del Vesuvio che determinò la distruzione delle città di Ercolano e Pompei, furono trovati 3 secoli fa, completamente carbonizzati, nella biblioteca della villa dei papiri di Ercolano.

Per poter leggere il prezioso contenuto bisognava cercare di srotolarli senza creare dei danni irreparabili.

Con la tecnica della tomografia a raggi X, utilizzata dai ricercatori napoletani, si potrà leggere il contenuto dei papiri di Ercolano senza doverli srotolare con un notevole risparmio di tempo e di denaro.

I raggi X, inoltre, riescono a porre in risalto lo scritto del papiro facilitando di molto la traduzione.

A breve, dunque, il contenuto dei papiri di Ercolano non sarà più un mistero e potrà finalmente essere tradotto in tempi molto celeri grazie all’eccezionale scoperta dei ricercatori dell’università Federico II di Napoli.