Gli U2 e Bono Vox emozioni e spettacolo a Torino

Migliaia e migliaia di fan hanno gremito il Pala Alpitour per vedere i loro idoli, gli U2.Gli-U2-e-Bono-Vox-emozioni-e-spettacolo-a-Torino

Per i concerti a Torino uniche due tappe italiane della famosa band irlandese sono giunti pullman da ogni angolo d’Italia per vedere uno spettacolo unico:gli U2 sul palco del Pala Alpitour.

Gli U2 non hanno deluso con due concerti che difficilmente si potranno scordare quelli che si sono tenuti a Torino da parte di una delle band in assoluto più seguite, gli U2.

Torino ha accolto la band di Bono Vox alla grande, erano in 15 mila al Pala Alpitour ad applaudire uno dei gruppi più famosi al mondo.

Gli U2 non hanno mai fatto attendere i loro fan e puntualissimi come un orologio svizzero, alle ore 20,30 hanno iniziato il loro grandissimo concerto.

Bono Vox ha voluto salutare Torino con due frasi dette in Italiano: “Grazie Mille bella Torino” e “Avete un vino buonissimo…”.

Gli U2 si sono esibiti su un palco immenso con una passerella che divideva in due il Pala Alpitour.

Sugli spalti vi erano anche alcune personalità italiane come il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e anche Nicoletta Mantovani moglie del grande Luciano Pavarotti che numerose volte si è esibito con la celebre band.

Confuso tra gli spettatori c’era anche un mito della musica italiana Zucchero Fornaciari che, a fine concerto, è stato chiamato sul palco da Bono Vox.

Il cantante degli U2 ad un certo punto ha inscenato un siparietto molto divertente, ha fatto salire sul palco una ragazza napoletana con la quale ha iniziato a ballare.

Bono Vox poi ha chiamato sul palco un gruppo di spettatori che hanno preso il posto dei famosi musicisti degli U2.

Due scene che hanno molto divertito il pubblico del Pala Alpitour di Torino.

Ma il vero spettacolo è stata la musica degli U2 che hanno cantato brani leggendari come “Sunday bloody Sunday” e “With or Without You”.

Bono Vox ha concluso il suo concerto con “Arrivederci Torino” e tutti i presenti al Pala Alpitour sperano che quella frase sia una promessa di un prossimo ritorno.