Giuseppe Carrieri, ecco il mio parere sul disegno legge Cirinnà

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Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma dell’Avvocato Giuseppe Carrieri Consigliere Comunale e Metropolitano di Bari sul tanto discusso Ddl Cirinnà.

“Dopo aver letto il disegno di legge sulle “unioni civili” –in questi giorni all’esame del Senato- ho deciso di partecipare al family day che si terrà a Roma sabato 30 Gennaio. E ho deciso di partecipare con mia moglie e i miei figli.

Intendo condividere –fisicamente- con migliaia di altre persone, l’assoluta contrarietà a una proposta di legge che fa male  all’Italia, nella parte in cui estende alle convivenze (unioni) dello stesso sesso una serie di diritti propri della famiglia!

Preciso peraltro subito, che sono invece assolutamente favorevole all’estensione dei diritti (familiari) alle coppie eterosessuali che non intendono contrarre matrimonio, e che però convivono stabilmente, poiché la libertà della loro scelta non può evidentemente precludere la fruizione di una serie di diritti propri delle coppie regolarmente sposate (adozione/assistenza sanitaria/agevolazioni fiscali/etc).

Il disegno di legge sulle unioni civili dovrebbe quindi limitarsi a regolamentare i diritti di tali coppie (etero), e non estendere (surrettiziamente e sin dal primo articolo) il tema alle coppie dello stesso sesso. Per queste ultime coppie –in uno Stato serio- si predispongono diritti e tutele, idonee alla particolare fattispecie; non si estendono misure approntate per tutt’altre situazioni.

E perchè sono contrario? Perché solo chi non ha avuto la gioia e la fortuna di essere genitore, può ipotizzare che dei figli possano crescere compiutamente con due padri o con due madri; senza l’apporto fondamentale ed essenziale di entrambe le figure familiari, diverse nel sesso e nelle funzioni. E quindi può ipotizzare (art.14 del disegno di legge), che coppie dello stesso sesso possano adottare o ricevere in affidamento un minore. Il più fragile degli esseri umani che, evidentemente, ha già subito svariati traumi e che s’intende far crescere senza le figure fondamentali per ciascun essere vivente: una madre e un padre. Anzi, s’intende far crescere nella “confusione” di due padri o di due madri!

Sono inoltre e peraltro contrario alla proposta estensione dei diritti della famiglia alle coppie dello stesso sesso, in primo luogo perché la proposta di legge neppure prescrive (almeno) la necessità di una convivenza lunga e duratura, prima dell’accesso a detti diritti. In secondo luogo –e soprattutto- perchè l’estensione di diritti tipicamente familiari, legittima l’idea nella comunità che le convivenze di coppie dello stesso sesso sono da parificarsi a unioni molto più stabili, come quelle fondate sul matrimonio; e a unioni assolutamente più naturali, come quelle basate sulla differenza dei sessi. Una legittimazione (in prospettiva) pericolosa, poiché disintegra valori, assetti, equilibri, tradizioni che una società invece dovrebbe ben possedere, soprattutto nella cellula iniziale della sua organizzazione: la famiglia!

Spero quindi che in Parlamento, deputati e senatori possano ricordarsi delle esigenze, delle necessità e del diritto dei minori di avere una mamma e un papà (non già un genitore 1 e un genitore 2). E possano ricordarsi della definizione di famiglia insita nella nostra Costituzione e nella nostra storia: “società naturale fondata sul matrimonio”, dove per “naturale”

s’intende l’unione tra un uomo e una donna!

Sicchè spero che il Parlamento possa emendare/modificare una proposta di legge (quella appunto sulle unioni civili), nel senso di eliminare eventuali riferimenti alle coppie dello stesso sesso.

La mia famiglia e io, sabato 30 saremo in piazza a Roma per difendere i valori costituzionali in tema e per chiedere l’estensione dei diritti familiari alle sole unioni civili tra coppie eterosessuali. E sono certo che saremo tantissimi –laici o cattolici- a sostenerlo con forza!”.