Allergico un bimbo su quattro ma possibile la prevenzione già in gravidanza

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In pochissimi anni i bambini allergici in Italia sono aumentati in maniera esponenziale. Qualche hanno fa erano pochissimi i piccoli che soffrivano di allergie ora invece i bambini che sono colpiti da questa fastidiosissima patologia sono aumentati di molto. Secondo gli ultimi allarmanti dati il 25% dei bambini del nostro paese soffrono di allergia.

I ricercatori della Word Allergy Organization stanno studiando i rimedi per affrontare questo incremento di casi di bambini allergici che non solo riguarda l’Italia ma tutto il mondo. Secondo i ricercatori della Word Allergy Organization, l’allergia va combattuta già nei primi periodi di gestazione.  I medici dell’importante centro di ricerche sostengono che una volta che l’allergia si è manifestata nei bambini è impossibile con i farmaci attualmente presenti sul mercato debellarla.

L’unica possibilità per poter curare il piccolo da questa fastidiosissima patologia è quella di cercare di renderlo immune nel periodo di gestazione con l’assunzione di prodotti probiotici. Secondo i medici nei primi mesi di gestazione, ascoltando anche il parere del ginecologo, le donne in dolce attesa possono assumere degli integratori con il principio attivo Lactobacillus GG.

Il Professor Paolo Scollo, massimo dirigente della società italiana di ginecologia e ostetricia, ha chiarito quanto sia importante prevenire già nel periodo della gravidanza le allergie: “L’uso specifico di alcuni probiotici, soprattutto durante la gravidanza, è oggi fortemente raccomandato sia per il benessere della madre che per quello del nascituro. Nello specifico, alcuni ceppi probiotici influenzano l’ecosistema batterico vaginale e mantengono un livello di pH adeguato prevenendo infiammazioni e infezioni come le vaginosi batteriche e le vaginiti micotiche. Condizioni particolarmente pericolose perché aumentano in maniera importante il rischio di aborto, di parto pretermine e di complicanze post-partum come l’endometrite o possono incidere sul normale sviluppo del feto e determinare un peso ridotto del neonato alla nascita”.