Riforma pensioni Renzi 2014: ultime notizie ad oggi su proposte Poletti per esodati, quota 96, lavoratori precoci e modiche Fornero

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Il mondo dei pensionati è in rivolta dopo l’annuncio del nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi dell’aumento di circa 80 euro mensili solo per i dipendenti privati e pubblici con un stipendio pari o inferiore ai 1.500 euro netti.

Il motivo del grosso malcontento dei pensionati è dovuto alla mancata considerazione che il nuovo Premier   ha avuto nei confronti della categoria.

Fino ad ora nessun tipo di accenno è stato fatto da Renzi sulle problematiche dei pensionati  ed inoltre l’esecutivo dell’ex sindaco di Firenze non ha pensato assolutamente ad aumentare anche le pensioni che per il 50% degli italiani non superano i mille euro che hanno relegato persone che hanno lavorato una vita alle soglie della povertà.

Altra importante constatazione che al momento né Renzi, né il nuovo Ministro del Lavoro Poletti hanno rilasciato nessun tipo di dichiarazione su come intendono risolvere il problema degli esodati, più di 130.000 ex lavoratori,  che al contrario dei lavoratori e dei pensionati, in seguito all’approvazione della legge Fornero con il conseguente aumento dell’età pensionabile, si sono ritrovati senza alcun tipo di sostentamento e dal 2011 non sanno come poter mandare avanti le proprie famiglie.

Altro annoso problema della riforma targata Fornero è la totale mancanza di flessibilità.

Molti lavoratori hanno iniziato a lavorare dall’adolescenza, come i lavoratori precoci, e già in molti casi a cinquantasei anni hanno raggiunto il massimo dei contributi possibili ma non possono andare in pensione, dopo aver lavorato una vita e con mansioni anche molto faticose, perché devono attendere di raggiungere il sessantaseiesimo anno di età secondo l’attuale sistema pensionistico.

In un ottica di provvedimenti choc per far riprendere l’economia e creare nuovi posti di lavoro  il Ministro Poletti e il Premier Renzi devono necessariamente prendere in esame la possibilità di rimettere in moto il ricambio generazionale oramai fermo permettendo a chi a qualsiasi età ha raggiunto il  massimo dei contributi di andare in pensione in modo da poter liberare posti di lavoro per chi è alla ricerca.

Renzi dal giorno del suo insediamento ha sempre parlato della scuola come il fulcro per la ripartenza dopo la grave crisi dell’Italia ma si è dimenticato che più di 4.000 dipendenti del comparto scuola i Quota 96 sono ancora in attesa che prima il governo Letta e ora il governo Renzi trovino finalmente la copertura economica per consentirgli di andare meritatamente in pensione.