Riforma pensioni 2014: ultime novità Renzi e Poletti per esodati, precoci, Quota 96

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La voglia di riformare l’Italia da parte di Matteo Renzi è grande e già un  piccolo inizio c’è stato con il taglio del cuneo fiscale che permetterà dal primo maggio a tutti i dipendenti sia pubblici che privati, con uno stipendio non superiore ai 1.500 euro, di ricevere in busta paga 80 euro in più al mese.

L’intento è che questa somma extra ricevuta da più di dieci milioni di lavoratori  serva per essere investita in acquisti di vario genere e determini il rilancio della richiesta nel nostro paese e permetta anche alle aziende di avere maggiore domanda e di conseguenza aumentare la produzione.

Ma una categoria fino ad ora che è rimasta delusa dal nuovo Presidente del Consiglio è quella dei pensionati, che anche se in molti vivono di stenti con pensioni da fame, non hanno al momento avuto nessuna notizia di aumenti dei propri vitalizi mensili.

Anche chi da tempo spera di andare in pensione, prima della approvazione della legge Fornero aveva tutti i requisiti per farlo, siamo parlando degli esodati, dei lavoratori precoci e dei quota 96, sta attendendo, per il momento invano, di sapere quali iniziative ha in itinere l’esecutivo Renzi e il Ministro del lavoro Poletti.

L’unica cosa certa che uno dei problemi più grossi che l’Italia ha in questo momento è quello degli esodati che sono più di 130.000 lavoratori che non hanno più un reddito, non essendo più occupati e con la approvazione della legge Fornero si sono ritrovati anche senza i requisiti anagrafici per andare in pensione.

La salvaguardia degli esodati sicuramente sarà uno dei prossimi punti, che gioco forza, il governo Renzi affronterà anche perché lo stesso ex sindaco di Firenze, in una recente intervista, definì vergognoso che in un paese democratico possano esistere dei casi simili.

Altre categorie di lavoratori però sono in attesa di risposte dall’esecutivo Renzi come i lavoratori precoci e usuranti che chiedono che siano apportate modifiche alla legge Fornero che consentono a chi ha già lavorato quaranta anni, con mansioni molto faticose e logoranti, di poter accedere senza imposizioni di limiti di età alla meritatissima pensione.

I Quota 96 dopo tante promesse vane, vogliono  che l’errore di interpretazione della riforma Fornero sulla data della fine dell’anno scolastico, che per l’attuale riforma pensionistica termina il 31 dicembre di ogni anno mentre per tutti i lavoratori del comparto scuola la data di fine è  il 31 agosto, sia al più presto risolto.