Marche da bollo ecco gli ultimi aumenti e quando servono

Mentre si parlava solo di Iva e di e-cig, è arrivata la notizia dell’aumento degli importi delle marche da bollo da 1,81 a 2 euro e da 14,62 a 16 euro, con provvedimento definitivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

L’aumento degli importi è stato disposto nell’ambito della legge 24 giugno 2013 n. 71, “in favore delle zone terremotate del maggio 2012, per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e per la realizzazione degli interventi di Expo 2015”.

Come accade spesso a farne le spese saranno i cittadini italiani, e in proposito i commercialisti italiani hanno dichiarato che si tratterà di una novità “destinata ad avere un largo impatto”.

L’imposta di bollo pari ad 1,81 euro, ora aumentata a 2 euro, è infatti utilizzata per atti, fatture, note, conti e in generale per tutti i documenti “recanti addebitamenti o accreditamenti, anche non sottoscritti”, per un valore superiore a 77,47 euro.

Mentre l’imposta di bollo patri ad euro 14,62 euro (ora 16 euro) è invece utilizzata per atti rogati o autenticati da notai, estratti o copie conformi all’originale, scritture private, atti di notorietà e pubblicazioni di matrimonio.

Si prevede che l’aumento delle imposte di bollo porterà nelle casse dello stato quasi 100 milioni di euro sino a fine anno, e tra il 2014 e il 2019 circa 197,2 milioni per ogni esercizio finanziario. Le marche da bollo infatti, indipendentemente dall’uso o dalla finalità, rappresentano delle entrate dirette per lo Stato.

L’aumento è stato giustificato, come previsto in un emendamento passato al Senato il 25 giugno, al fine di finanziare la ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo.  In realtà al fine finanziare questo nobile progetto era stato già previsto l’aumento dell’accise sulla benzina, anche se i cittadini si chiedano se il denaro sia davvero finalizzato a tale scopo.

Ricordiamo che la marca da bollo è un particolare tipo di carta-valori usato in Italia dal 1863 per convalidare atti e documenti pubblici come atti notarili, dichiarazioni, passaporti, ecc..

La tassa fu introdotta al fine di ripagare l’ufficio emittente la documentazione del costo della carta utilizzata.

Ora questa tassa si è invece trasformata in un’entrate per lo Stato stabilita dal decreto del Presidente della Repubblica  642 del 26-10-1972, che può essere estratto e visionato sul portale del governo www.normattiva.it.

marca da bollo

 

La legge del 1972 in particolare stabilisce che si rende necessario il pagamento di bollo in atti, documenti, denunce e domande che produciamo, chiediamo, o presentiamo dinanzi a uffici o enti.

A partire dal 2005 le marche da bollo tradizionali sono state accompagnate dai contrassegni telematici adesivi, rilasciati dall’Agenzia delle Entrate presso i punti di rivendita, come i tabaccai. Inoltre a partire dal primo settembre 2007 i contrassegni telematici adesivi hanno sostituito definitivamente le vecchie marche da bollo tradizionale, che sono state rese fuori corso.
Le operazioni di annullamento sopra indicate, quali timbri o stampigliature possono essere consentite solo ed unicamente per indicare l’avvenuto utilizzo della marca da bollo.Si ricorda ai cittadini che al momento dell’utilizzo della marca da bollo per una delle operazioni per le quali si rende obbligatoria, l’annullamento della marca avviene mediante perforazione o apposizione sulla marca e sul foglio su cui viene posta, di sottoscrizioni, date o timbri. Ai fini dell’annullamento si rende necessario inchiostro o matita copiativa.