Emergenza Covid-19, a Bari troppo assembramenti, Decaro ricorda che “In questa fase l’unico vaccino contro il virus siamo noi”

Decaro ha voluto fare un resoconto sul primo giorno di fase 2 a Bari.

“Da ieri la città è cambiata. Tanta gente è uscita per tornare al lavoro, per una corsa, per una passeggiata o per andare a trovare un parente.

Ci stiamo riprendendo, a piccoli passi, un po’ di libertà, riconquistando i nostri spazi. Chi con tanta paura, con un senso di colpa, chi con un po’ di spavalderia pensando ieri di aver sfidato il maestrale più che il virus.

Questa è la fase 2, ci hanno detto. Dobbiamo ripartire, e vogliamo farlo. Ma dobbiamo farlo con grande cautela e cura.

Non possiamo abbracciarci e non possiamo ancora stare insieme in piazza a chiacchierare, però possiamo vederci, di persona, rispettando le regole. Proteggendo noi stessi e gli altri, soprattutto le persone più fragili, come gli anziani, che devono restare a casa il più possibile.

In questa immagine ho messo alcune delle segnalazioni che molti di voi mi hanno fatto nella sola giornata di ieri. Assembramenti, persone senza mascherina, troppe auto, troppa gente per strada, ecc.

Per queste segnalazioni, per la vostra attenzione costante, io vi ringrazio, ma lo dico ancora una volta. Da ieri non è più’ possibile controllare tutto. Le forze dell’ordine possono presidiare alcune zone più critiche per evitare assembramenti ma non è possibile controllare ogni cittadino. Non si può. Ci vorrebbe un agente per ciascuno di noi che in città siamo più di 320.000.

Dovremmo crearli in laboratorio gli agenti, come dei replicanti, dei cloni. E non è possibile.

Invece dobbiamo provare a clonare la nostra responsabilità, raddoppiarla, far sì che la nostra responsabilità  personale scopra la sua gemella, il suo clone, la responsabilità pubblica. Dobbiamo ricordarci che il nostro bene corrisponde al bene comune e viceversa.

Dobbiamo affidarci al nostro senso di responsabilità. Lo stesso senso di responsabilità che ci ha portato a rispettare le restrizioni e ci ha permesso di uscire dall’emergenza sanitaria.

La mascherina e il distanziamento devono diventare come la cintura di sicurezza.

All’inizio si faceva un po’ fatica a mettersela. Adesso se la mettono il 99% delle persone che vanno in auto. Perché abbiamo capito.

In tanti dicono che questa quarantena ci renderà migliori. Io non lo so. A me basterebbe che ci rendesse un pochino più attenti, un pochino più saggi. Come quando da bambini, scottandoci, impariamo che dobbiamo stare lontani dai fornelli e la volta successiva non lo facciamo più. Così questo periodo dovrebbe averci insegnato che se non rispettiamo queste piccole regole, il contagio riparte.

E ovviamente non lo dico solo ai semplici cittadini che vogliono fare una passeggiata o una corsa, lo dico anche e soprattutto a chi ha responsabilità nel gestire luoghi aperti al pubblico, aziende e società.

Io non so se ci sarà una fase 3 poi una fase 4 o 5, io so che dobbiamo inventarci una nuova vita per ora, so che in questo momento l’unico vaccino che conosciamo siamo noi. Con le nostre gambe, siamo noi che possiamo decidere dove portare il virus, come farlo muovere e quali luoghi contagiare, se non rispetteremo le regole.

Come sindaco ho provato, fin dall’inizio, a fare quello che potevo per cercare

di far capire la situazione e non credo di poter tornare in strada, oggi, sarebbe del tutto inutile.

Ora tocca a tutti noi.

In questa fase ognuno di noi è assoluto protagonista, tutti siamo insieme virus e vaccino e siamo responsabili delle nostre vite e di quelle degli altri.

Riprendiamoci questa libertà, seppur condizionata, ma un passo alla volta. Senza fretta. Perché la fretta non solo potrebbe essere cattiva consigliera, ma ci potrebbe costringere a richiudere tutto, e questo non lo vuole nessuno”.