L’amaro sfogo di un imprenditore edile “costretto a rivolgermi agli usurai perché la mia banca non mi ha dato i 25 mila euro per Emergenza Covid”

Stefano Maioli, 51 anni da una vita imprenditore edile, la sua prima partita iva aperta a 19 anni si è trovato ad affrontare la crisi economica per l’emergenza Covid-19 senza l’aiuto di nessuno e abbandonato dallo Stato.

L’imprenditore di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia ha detto che l’emergenza Covid-19 gli ha dato il ko definitivo: “quando alcune ditte hanno cominciato a non pagarmi più, in seguito a un lungo periodo felice con anche  30 dipendenti  e un fatturato di oltre un milione di euro”.

L’imprenditore racconta: “Il 29 febbraio scorso ho dovuto licenziare l’unico mio dipendente, gli altri lavoratori sono stagionali perché la mia attività va da aprile a novembre, per tutelarlo in modo da fargli prendere subito la mobilità. Spero di ripartire. Il lavoro ce l’ho, ma oggi, a causa del rischio di contagio, la gente non ti vuole nelle case. Ho contratti firmati da 100 – 2oomila euro, ma devo stare con le mani in mano in attesa che il Covid se ne vada”.

Il prestito di  25 mila euro gli è stato negato dalla banca: “Mi hanno detto che me li avrebbero concessi se avessi portato il conto in attivo, cosa che sono riuscito a fare grazie al bonifico di un caro amico. Poi, nei giorni successivi, mi hanno fatto sapere che non avevo i requisiti per incassarlo in base ai dati della Centrale Rischi da cui risultavo come ‘cattivo pagatore’. Non capisco. Ho un fatturato di 330mila euro, casa mia e dei capannoni da due milioni di valore, ci sarebbero tutte  le garanzie anche perché la mia è una ditta individuale, possono prendere quello che vogliono. Penso che i miei problemi derivino dal fatto che in passato ho denunciato delle banche per estorsione perché, facendo i conteggi sui prestiti, ho visto che venivano applicati dei tassi usurari.  Su  questo ci sono dei procedimenti in corso in Procura”.

“Ho sempre pagato le tasse e non sono indebitato. Penso di avere diritto a quei soldi, senza come faccio a ripartire? Non ho un centesimo per pagare l’Inps, l’Inail e tutto quello che serve a ricominciare. Poi li restituisco, mica voglio dei regali”.  

Poi l’incontro con gli usurai: “Come si trovano? Devi entrare nel giro, conoscere delle persone che poi fanno da tramite, loro mica li vedi. A me era capitato solo un’altra volta di andarci, qualche anno fa. Mi hanno dato 7200 euro e ne ho restituiti 10mila perché a marzo ho avuto la fortuna di avere un incasso che era in ritardo. Sono riuscito a pagarli se no avrei fatto una brutta fine, ma mi sono giocato tutto. Ringrazio l’associazione anti-racket Sos Italia Libera che mi sta aiutando ma ora è davvero difficile sperare nel futuro”.