Scialpi: «Basta con la musica, mi ritiro! Pausini, Ferro e Mannoia sono gentaccia»

Scialpi ha scritto un post sui social annunciando che, a breve, si ritirerà dalle scene.

Scialpi scrive così: “Dopo un periodo di grande travaglio dovuto a numerose cause ho finalmente preso la decisione di ritirarmi dalla musica alla fine del 2020″.

Scialpi, il cui vero nome è Giovanni Scialpi ha 58 anni e, dopo aver annunciato in più occasioni l’intenzione di non fare più musica ma sempre cambiando idea, pare che questa volta non tornerà più indietro.

Ha così spiegato in una lunga intervista rilasciata al Messaggero: “Ho deciso di smettere, perché non riesco più ad andare avanti … Negli ultimi tempi ho dovuto affrontare la fine di un matrimonio e anche gravi problemi di salute: dal 2015 vivo con un pacemaker, per problemi cardiaci. Insomma, sono un caso umano. Ma non ho voluto fare proclami come fanno le varie Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Tiziano Ferro”.

A proposito dei colleghi citati dice che sono “Gentaccia. Non si fanno sfuggire un’occasione per poter mostrare il proprio ego. Il fatto è che in Italia se non hai le giuste conoscenze, sei fuori dai giochi. Come me”.

E poi continua: “Se non fai parte del giro giusto, non hai accesso a canali come il Festival di Sanremo, ‘Amici’, programmi tv di successo, prime serate. Devi produrti da solo, organizzare concerti in piazza. E non guadagni una lira”.

Scialpi è decisamente arrabbiato e lo conferma lui stesso: ” sono arrabbiato. E deluso, anche. Per me, che da anni non faccio parte di quel giro, continuare a lavorare significa fare i conti con una serie di difficoltà che ora non riesco più ad affrontare. È frustrante. Allora preferisco farmi da parte”.

Poi spiega da quando le cose non sono più andate bene dopo i grandi successi degli anni 80 e 90: “Quando cominciai ad oppormi alle decisioni che i discografici prendevano per me. Alla fine degli Anni ’80 non ero più un ragazzino. Per i primi cinque anni di carriera prendevo l’1% delle royalties derivanti dalle vendite: quando cominciai a vendere 100mila copie i discografici portarono i miei diritti al 3%. Così dopo i numeri di ‘Rocking Rolling’, ‘Cigarettes and Coffee’ e ‘No East No West’ nel 1988 decisi di assumere il controllo della situazione, scegliere le canzoni da cantare, produrmi i dischi, come feci con ‘Pregherei’: fu un successo, ma a partire da quel momento la casa discografica cominciò a remarmi contro. Provarono ad affossarmi. Dicevano che ero ingestibile”.

Poi continua il suo racconto: “Poi mi misi a fare teatro. Nel ’96 recitai ne ‘Il pianeta proibito’ di Patrick Rossi Gastaldi e nel ’97 in ‘Pellegrini’, sempre con regia Gastaldi … Agli spettatori di Pechino Express stavo molto simpatico, lo mostrarono anche i sondaggi. Restai in cima alla classifica del gradimento anche dopo l’eliminazione. Infatti, a una festa a Milano per l’ultima puntata del programma, alla quale io non andai, il capo progetto avrebbe detto pubblicamente: ‘Quest’anno non ci abbiamo capito niente’. Avevano puntato tutto sulla Barale…”.

A proposito della sua partecipazione a “Ora o mai più” dice: “Una schifezza di programma. Canzian si permise di offendere Amedeo Minghi per la sua ‘Vattene amore’, ‘trottolino amoroso’. Decisi di intervenire: ‘Vogliamo parlare di ‘Piccola Katy’, allora?’. La Vanoni nel backstage disse a Donatella Milani, con la quale duettai: ‘Ho pena per te, perché ti fai accompagnare da questo signore’. Le risposi sui social, insultandola”.

E poi, ancora: “Non sono io ad essere sbagliato e non permetto a nessuno di insinuare una cosa del genere”.

Per Scialpi il problema “… È nel sistema. Dovrebbe esserci più meritocrazia, più trasparenza. Le selezioni di Sanremo, ad esempio: perché non vengono affidate a una giuria popolare? In altri paesi, come gli Stati Uniti, le cose non funzionano così: lo so perché da trentacinque anni faccio avanti e indietro, gli ultimi tre mesi li ho passati lì, in piena pandemia”.