Vittorio Feltri attacca Marco Travaglio, lezioni di grammatica e non solo

Vittorio Feltri contro Marco Travaglio e il web che assiste.

Travaglio inizia a stuzzicare Vittorio Feltri e dice: “L’ignoranza dell’esecutivo in 20 pagine di rapporto” e Feltri risponde “chi di giudici ferisce, di giudici perisce”.

Feltri va giù pesante con Travaglio e nessuno risparmia i colpi

Dopo la frase di Vittorio Feltri “Chi di giudici ferisce di giudice perisce” Travaglio ha corretto la grammatica di Feltri dicendo. “La virgola fra il soggetto e il verbo: e danno degli ignoranti agli altri” ma subito Feltri ha controbattuto: “Caro Pirla Travaglio, chi di giudici ferisce, di giudici perisce. Per te ferisce non è verbo? Andiamo bene”.

Vittorio Feltri scrive così

“Venerdì mattina molti giornalisti di Libero sono venuti nel mio ufficio manifestando sconcerto e indignazione perché i cosiddetti grandi quotidiani (si fa per dire) hanno trascurato di mettere in prima pagina che mezzo governo è indagato a causa della cattiva gestione della pandemia. Ho risposto ai colleghi che invece io non mi stupisco della sbadataggine grossolana della informazione, in quanto la sua preoccupazione maggiore non è mai quella di raccontare gli accadimenti bensì di leccare il deretano al potere, benché in questo momento esso sia nelle mani di qualche buffone, per esempio i grillini, che su Rousseau hanno votato a favore dei tre mandati per i suoi rappresentanti, dopo che da dieci anni avevano predicato la regola del doppio mandato. Quindi la Raggi potrà essere ricandidata quale sindaco della capitale. Un dettaglio poco interessante anche in considerazione del fatto certo che i romani se ne guarderanno di confermarla in Campidoglio giudicandola indegna del ruolo. Ella poverina ha dichiarato: voglio rimanere sul primo seggio capitolino poiché non intendo consegnare i frutti del mio lavoro di un lustro a chi aspetta solo di sedersi a tavola per mangiarseli.

Ma quali frutti? Il suo eventuale successore al massimo potrà rovistare come un clochard in uno dei numerosi cassonetti stracolmi di schifezze sparpagliati nei quartieri di Roma. Comunque, grazie al triplo mandato concesso dai pentastellati al proprio personale, si certifica che 5 stelle è un partito di mangioni esattamente o peggio degli altri. Ma torniamo ai tacchini tronfi e pettoruti dei quotidiani illusi di essere importanti. Sostengono che il provvedimento giudiziario nei confronti di Conte e della sua banda di sciamannati è una quisquilia, cioè un atto dovuto formale e nulla di grave, e non avrà alcun effetto pratico, in sostanza si tratterebbe di un gioco idiota. Non sanno o fingono di non sapere che ogni mossa della magistratura è appunto un atto dovuto benché voluto. Chissà perché, tuttavia, l’azione contro Salvini, enfatizzata dal Corriere e dalla Repubblica, non era e non è una procedura platonica bensì un vero e proprio procedimento minaccioso teso a condannare il capo della Lega. Se gli indagati viceversa sono il premier e i suoi serventi non c’è niente di serio e meritevole di una segnalazione sui fogli supponenti e dediti a leccare chi al momento mena il torrone. L’insegnamento che si trae dal descritto doppiopesismo è che gli italiani non possono fidarsi di nessuno, nemmeno dei giornalisti prezzolati e al servizio di editori più attenti a lisciare il pelo alla politica, apparentemente vincente, che non a narrare le sfaccettature della realtà. Siamo di fronte a un fenomeno rivoltante e noi, piccoli ma sinceri, lo denunciamo vincendo l’urto del vomito”.