Porta a Porta, Bruno Vespa al veleno contro Amadeus, “ … il suo programma è una roba importantissima …”

Bruno Vespa siamo abituati a vederlo sempre molto composto e garbato con gli ospiti in studio e poche volte ha perso la pazienza. Lui è anche abituato a che il suo programma “Porta a porta” vada in onda a tarda notte ma l’ultima volta non è stato in grado di fingere che tutto andasse bene e ha avuto da ridire in modo pesante contro Amadeus che gli ha ceduto la linea con un ritardo davvero esagerato.

Bruno Vespa attacca Amadeus

Bruno Vespa, che è abituato a che il suo programma vada in onda la sera molto tardi, non è potuto rimanere in silenzio quando Amadeus finalmente gli ha passato la linea addirittura all’una.

E così, in apertura di puntata, ha detto: “Devo scusarmi con il pubblico di Porta a Porta perché questo programma spesso va in onda molto tardi e spesso qualcuno se ne lamenta, ma ci sono programmi più importanti del nostro che finiscono tardi e ce ne facciamo una ragione. Il programma che ci ha preceduto stasera doveva essere di importanza eccezionale perché ci ha spinto fino a quest’ora. Vi chiedo quindi scusa se c’ha spinto ad un’ora così tarda da essere perfino inconsueta per noi che andiamo in onda sempre tardi”. 

Amadeus, quando stava per passargli la linea, si sé scusato per il ritardo ma a Bruno Vespa non è bastato né ha fatto minimamente cenno alle scuse di Amadeus ma lo ha solo attaccato e anche preso in giro definendo, con sarcasmo, il suo programma di “un’importanza eccezionale”.

Bruno Vespa, io userei gli: “Idranti per disperdere i ragazzi senza mascherina. Così gli passa la voglia”

Bruno Vespa, in occasione di un’ospitata a DiMartdì, su La7, ha dato una sua opinione, anche se abbastanza forte sugli assembramenti causati dai ragazzi e ha detto: “Disperderei gli assembramenti con gli idranti. Se vedessi dei ragazzi che stanno insieme senza mascherine spruzzerei loro con gli idranti, così gli passa la voglia…”.

E poi ha anche aggiunto: “Il problema è dei controlli. Io l’altro giorno sono andato in una grande libreria di Milano. Per evitare assembramenti c’era il numero, fino a 104 persone. E c’era un signore che controllava le persone, come si fa al Cenacolo di Da Vinci e come si fa in tanti musei: si contano le persone. Io non capisco perché non si possano contare le persone e quindi rispettare le norme. Io sono un aperturista, ma sono anche molto rigoroso: servono i controlli”.