Neurologi italiani scoprono meccanismo della nascita dell’Alzheimer

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Un gruppo di neurologi italiani del prestigioso Istituto Europeo per la ricerca del cervello ha scoperto il meccanismo  che provoca la nascita di una delle malattie esistenti più terribili e cioè il morbo di Alzheimer.

L’ Alzheimer si manifesta nei soggetti con età superiore ai 65 anni, sono i rari che la patologia si verifichi prima, ed è prevalentemente una malattia ereditaria anche se sono altri fattori che possono determinala come uso di sostanze stupefacenti o alcol.

Fu scoperta nel 1906 dal medico tedesco Alois Alzheimer che poi diede il nome alla terribile malattia.

Sono passati da allora più di un secolo ma su questa patologia sono pochissime le informazioni che si hanno e quindi le cure alla malattia non sono incisive in grado di fermare e di far regredire il morbo che agiste lentamente ma costantemente nel cervello umano tanto da spegnerlo per sempre.

I neurologi dell’istituto Europeo per la ricerca del cervello, creato da Rita Levi Montalcini, uno dei più grandi geni che la medicina ha mai conosciuto tanto da vincere un Nobel per le sue ricerche, hanno individuato quando l’atroce malattia si crea.

Esaminando il cervello di un criceto affetto da Alzheimer, gli scienziati italiani hanno potuto verificare che  la patologia si crea quando si mette in moto uno specifico meccanismo nel cervello e cioè che le cellule iniziano ad espellere delle proteine denominate scientificamente beta-amiolidi che a loro volta formano delle placche che determinano pian piano la nascita della patologia.

Tutto sta quindi a fermare questo micidiale meccanismo ed i  neurologici hanno trovato cosa effettivamente può fermare l’espulsione delle proteine beta-amiolidi che non sono altro che dei raggi luminosi.

Il problema è capire quando la malattia si sta formando e quindi intervenire.

Sicuramente la scoperta del team di ricercatori italiani è un gran risultato che può essere una pietra miliare per la lotta contro l’ Alzheimer che attualmente conta 44 milioni di malati che nel 2050 invece ne saranno quasi il doppio.