Incubo a Gallarate, ad un paziente diagnosticata ebola ma era malaria

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Un incubo durato per 3 ore a Gallarate in provincia di Varese iniziato alle 10,30 di mattina quando è stato fatto sgomberare di fretta e furia il pronto soccorso cittdino per un possibile caso di ebola.

La notizia si è diffusa come un fulmine in paese e i centralini dell’ospedale di Gallarate sono andati in tilt per le numerosissime telefonate arrivate.

Tutto è iniziato quando un uomo originario della costa d’Avorio è stato trasportato d’urgenza con la febbre altissima al pronto soccorso di primo acchito analizzando lo stato del paziente i medici del plesso ospedaliero di Gallarate hanno pensato che il paziente avesse contratto l’ebola  e per questo hanno deciso, come da protocollo medico, di far sgomberare il pronto soccorso.

L’uomo che risiede a Gallarate, da pochissimo era tornato a casa, dopo essere stato in Costa d’Avorio dai suoi familiari.

Subito dopo il ricovero il ivoriano è stato sottoposto alle analisi di controllo per verificare se la prima terribile diagnosi era quella giusta.

Per avere i risultati definitivi delle analisi ci sono volute tre interminabili ore ad alla fine i medici hanno potuto tirare un grosso sospiro di sollievo: l’uomo di colore non era affetto da Ebola ma aveva contratto la malaria malattia infettiva sicuramente grave ma non paragonabile al virus letale che sta sterminando in Africa interi villaggi.

Subito dopo i rassicuranti risultati delle analisi il paziente è stato trasferito nel centro di malattie infettive di Busto Arsizio e il pronto soccorso di Gallarate alle ore 13,30 è stato riaperto.

Ma anche se il pronto soccorso era stato riaperto e si era scoperto che il paziente aveva contratto la malaria non l’ebola le telefonate all’ospedale di Gallarate sono continuate ad arrivare per tutto il giorno per chiedere lumi sull’accaduto.