Malika Ayane al veleno contro i suoi ex: “Disadattati”, la reazione di Cesare Cremonini

Malika Ayane ha rilasciato una lunga intervista in occasione della quale ha parlato dei suoi ex fidanzati definendoli “disadattati”. Vediamo nel dettaglio cosa ha detto.

Malika Ayane parla del suo libro: “Ansia Da Felicità”

Malika Ayane ha scritto un libro “Ansia Da Felicità” e per presentarlo ha rilasciato una lunga intervista a La stampa parlando tantissimo di sè stessa. Tra le altre cose, la cantante ha anche parlato dei suoi ex fidanzati: In effetti ho sciorinato un bel filotto di disadattati. Scherzi a parte, credo che i maschi abbiano un problema importante in questo momento storico in cui si è sviluppata l’autonomia femminile”.

Tra i suoi ex fidanzati c’è anche il cantante Cesare Cremonini che, dopo la fine della relazione, di lei ha sempre parlato benissimo mentre dopo questa intervista è rimasto in silenzio e non ha commentato in alcun modo le dichiarazioni della sua ex compagna.

La lor storia è iniziata nel 2009 ed è durata un anno e insieme incisero anche il brano “Hello”.

Poi nel 2011, poi, Malika Ayane si è sposata a Las Vegas con il regista Federico Burgia da cui si è separata dopo 5 anni e poi, terminata questa storia, ne ha avuta una fino al 2022, con il suo ex manager, Claudio Fratini.

La cantante ha rivelato: “Durante il lockdown ho scritto una canzone, che i discografici non hanno apprezzato. Diceva ‘l’amore è una possibilità, non l’unica’. Mi chiedo che senso ha pensare solo alla monogamia. Abbiamo intorno la palese dimostrazione che non funziona. Le coppie scoppiano. Ci sono quelli che si separano da dio, ma ne ho conosciuti pochi. Di solito avviene il contrario. Eppure, se usciamo dagli schemi tradizionali della sfera affettiva stiamo male, ci portiamo dietro strascichi di dolore immensi. Perché non dedicarsi a un sano individualismo? Alla bellezza del vivere da soli. Vuoi mettere il piacere di fare la prima, lunghissima, pipì del mattino in un bagno che non usa nessun altro?”

Malika Ayane spiega perché il libro si chiama Ansia da felicità“.

Malika Ayane ha detto, a proposito del titolo del suo libro: “Un vago e potente senso di colpa verso qualsiasi tipo di soddisfazione. È molto radicato nella società cattolica e lo sento persino io che ho un padre musulmano e parte della famiglia ebrea. O ci dobbiamo pentire della gioia, o siamo preda dell’ansia di soddisfare canoni, di entrare in determinate caselle, di sentirci all’altezza. È quella maledizione del lieto fine con cui siamo cresciuti. Nelle favole è una regola, ma nella realtà è un bel viatico per l’infelicità.

E poi sulla propria felicità, ha detto: “Sicuramente sono felice sul palco, completamente connessa con i musicisti, il pubblico. Però, indipendentemente dal contesto, la felicità è riuscire ad essere nel qui e ora”.