“Non è l’Arena” Ares gate, Massimo Giletti intervista Alberto Tarallo, che legge una lettera che spiega tutto

Nella “Casa del grande fratello” qualche settimana fa era scoppiato il caso Aresgate: Massimiliano Morra e Adua Del Vesco avevano fatto una chiacchierata sul divano dalla quale era emersa che, entrambi erano venuti fuori a fatica da quella che loro avevano definita una setta con a capo Lucifero, alludendo alla scuderia di Tarallo e di Tarallo stesso. Da lì i vari programmi Mediaset se ne erano occupati fin a quando non è arrivata una diffida proprio dal produttore Alberto Tarallo e nessuno ne ha parlato più.

Ma poi Alberto Taralloìha fatto una scelta importante, ha scelto di andare a “Non è l’arena” la trasmissione di LA7 condotta da Massimo Giletti e lì raccontare la sua verità.

A “Non è ‘Arena” va Alberto Tarallo

Alberto Tarallo ha scelto la trasmissione di Massimo Giletti, lasciando stare tutte le altre trasmissioni Mediaset per raccontare la sua verità e chiaramente ha smentito tutto quello che avevano dichiarato Massimiliano Morra e Adua Del Vesco.

E quando Massimo Giletti gli ha chiesto , secondo lui come mai i due attori avevano parlato di lui in quel modo, Tarallo ha risposto così: “credo ci sia rancore perché dopo la Ares non hanno lavorato molto. Credo che qualcuno abbia lavorato su questo rancore per colpire me. Ho dei sospetti, ci stiamo lavorando anche  insieme al mio avvocato”.

E poi ha aggiunto: “I ritmi di lavoro a volte erano pesanti ma qual era la setta? L’unica volta che mi sono arrabbiato con loro è quando gli ho dato da leggere “Il giovane Holden” e “Il piccolo principe” e mi hanno preso in giro perché mi hanno detto di sì ma poi non hanno letto niente”.

Dopo ha anche aggiunto: “Mi ha stupito sapere che erano fidanzati, la storia d’amore di Adua e Massimiliano era finta, inventata da me, Lucherini e Mayer … Adua mi accusa di non averle fatto vedere la famiglia? Ma se ho prestato una casa alla madre per venirla a trovare”.

E poi, ancora: “Credo sia stata manipolata … Poi è stata lei a insistere con Teo perché mandassi via Massimiliano”.

Alberto Tarallo legge la lettera che gli ha scritto il suo compagno Teodosio Losito prima di togliersi la vita

Adua Del Vesco, durante la chiacchierata con Massimiliano Morra aveva lasciato intendere che il compagno di Tarallo, Teodosio Losito si era tolto la vita perché istigato al suicidio dallo stesso Tarallo. E allora Tarallo ha voluto leggere la lettera che il compagno gli ha scritto prima di compiere il gesto estremo per dimostrare il grande amore che li legava e per smentire categoricamente le dichiarazioni di Adua a proposito dell’istigazione al suicidio:

“Alberto, non sai quanto sono dispiaciuto per te, per questo epilogo che ti farà soffrire. Non avere rimpianti e rimorsi in futuro, questa è una mia scelta e tu non hai colpe. E’ un pensiero che da mesi non mi ha mai abbandonato, si è ripresentato e l’ho annullato, ma oggi sta vincendo lui. Sono io che ho rimorsi e rimpianti, ma non posso tornare indietro e non riesco ad andare avanti. E’ un anno che combattiamo contro i mulini a vento e mi sono spesso appoggiato alla tua forza. Io ho vissuto come se avessi avuto l’anestesia che scorreva nelle vene. I miei errori di scelte sbagliate, quelle nei tuoi confronti, hanno creato un carico di insicurezza per come agire. Ho sbagliato soprattutto con te, i dubbi che ho potuto avere negli anni scorsi li ho cancellati proprio nel momento più difficile complicato e questo mi fa sentire ancora più una merda verso di te.

Mi, ci hanno preso per il culo, hanno usato una cattiveria più estrema per farmi e farci del male e ancora non riesco a capirne il motivo. Come da prassi si è creato il vuoto intorno a me, a noi. il carro non è più quello dei vincenti. A chi abbiamo dato tutto di noi stessi ci ha sputato in faccia e oggi giudica e siamo dei rami secchi. Che pena. Sono stanco di vivere nello squallore degli altri e sentirmi fuori luogo in imbarazzo con te o per me stesso. E’ una vergogna insopportabile a volte ingestibile.

I miei sensi di colpa verso di te sono dolorosi che mi spezzano il cuore, da solo avrei sopportato meglio di più. Vedere te che amo e ora immensamente più di prima, che sei coinvolto in questo mio fallimento tuo malgrado, mi dilania la mente e il corpo. Perdonami se potrai, perché credo che dove andrò col tuo perdono per trovare forse un po’ di serenità.

Ti amo. Teo”